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Il messaggio toccante di Miriam Costagliola

Siamo orgogliosi e pieni di gioia di riportare il messaggio toccante di Miriam Costagliola, venuta in visita al Museo della Memoria e dell'Accoglienza:




"Ieri siamo stati a Santa Maria al bagno, un piccolo porticciolo pittoresco che offre una conca stupenda di piscina naturale. La spiaggia era piena sia quella libera che lido privato un po' avvilita e incerta sul da farsi mi guardo intorno e la mia attenzione si sposta su una villa stupenda che affaccia sulla conca ,oggi adibita a ristorante, e mi chiedo a chi mai appartenesse.... bhà....nel frattempo ritorno alla realtà chiamata da mio figlio che intanto era già in acqua

 

🤦,scendo le scale che portano alla conca ed il mio sguardo era sempre rivolto a questa villa. Sembrava mi chiamasse e spinta dalla curiosità, per la gioia di mio marito, che dice che faccio sempre domande e che attacco a parlare con tutti, chiedo a delle signore locali l'appartenenza di quella villa....La signora gentilmente mi dice che quella villa ha una storia importante e mi invita di andare a visitare una ex scuola oggi adibita a mostra e  museo della memoria nascosto in qualche traversa.... Per la gioia di tutti, mia soprattutto, corriamo a fare visita a questa scuola che in realtà è stato un campo ,Camp 34, che nel dopoguerra ha ospitato ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento prima italiani e poi europei dando loro la possibilità di Ricominciare a vivere.... È stato emozionante, suggestivo, commovente, sapere che quella scuola abbia ospitato figure importanti per la politica israeliana, figure come Golda Meir e Dov Shilansky, e artisti pittori come Ziv Miller, con i suoi murales, e che quella villa ha una sua storia, era il quartier generale britannico ed americano dove si preparavano documenti, e non solo, per gli ebrei che per la prima volta si sentivano ospiti e non internati.... Ognuno di loro ha lasciato un segno una testimonianza, oggetti come fisarmoniche scambiate da un italiano con un ebreo per un pezzo di pane, si perché nel dopoguerra qui tanto benessere non c'era, ma gli ebrei avevano aiuti da parte dei britannici ed americani che da quella villa gestivano i pacchi  con dentro ogni bene e che gli ebrei scambiavano in cambio di strumenti musicali, cioccolato, bikini,  ed altro...Oggetti che poi sono ritornati al museo dopo anni, in onore della inaugurazione della scuola  e del giorno della memoria, come segno di gratitudine....  Ma quella ad essere grata sono io, ad aver conosciuto una persona speciale che ci ha accompagnato in questo viaggio, Katia Re, meraviglioso, che con il suo racconto ha toccato la mia sensibilità a sapere e conoscere sempre di più e a domandare....grazie per aver spiegato con dolcezza ai miei bambini che questo orrore non deve accadere mai più per nessuna popolazione...

Visitiamo musei per conoscenza, e  per sensibilizzarci...

Dio benedica Israele 🇮🇱

Baruch atah Adonai Eloheinu melekh ha'olam

Sia benedetto il Signore nostro Dio, Re dell'universo."













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Nuovi orari

  Dal 1° giugno il Museo della Memoria e dell'Accoglienza sarà aperto nei seguenti orari: Lunedì ore 18:30 - 21:30 Martedì ore 18:30 - 21:30 Mercoledì ore 9:00 - 12:00; ore 18:30 - 21:30; Giovedì ore 9:00 - 12:00; ore 18:30 - 21:30; Venerdì ore 9:00 - 12:00; 18:30 - 21:30; Sabato ore 18:30 - 21:30; Domenica ore 18:30 - 21:30. From 1st June, the Museo della Memoria e dell'Accoglienza will be open at the following hours: Monday 6:30 p.m. - 9:30 p.m. Tuesday 6:30 p.m. - 9:30 p.m. Wednesday 9 a.m. - 12 noon; 6:30 p.m. - 9:30 p.m. Thursday 9 a.m. - 12 noon; 6:30 p.m. - 9:30 p.m.; Friday 6:30 p.m. - 9:30 p.m.; Saturday  6:30 p.m. - 9:30 p.m.; Sunday 6:30 p.m. - 9:30 p.m.

Presentazione Museo della Memoria e dell'Accoglienza

Tra il 1943 e il 1947, Santa Maria al Bagno divenne un importante centro di raccolta per i profughi della Seconda Guerra Mondiale. Con la liberazione dal fascismo dell’Italia meridionale per mano degli Alleati, una grande ondata di profughi si riversò in Puglia. Si trattava di profughi jugoslavi, appena usciti dai campi di concentramento del sud Italia o giunti via mare dai Balcani, e di ebrei stranieri che arrivavano dalle regioni italiane ancora sotto il fascismo. Per far fronte a quest’emergenza il comando locale di occupazione alleata ordinò la requisizione delle case e delle ville di Santa Maria al Bagno, Santa Caterina e delle contrade tra la litoranea e Nardò per destinarle ad alloggi temporanei per i profughi. La presenza dei profughi ebrei aumentò alla fine della guerra con l’esodo - dai maggiori campi di concentramento europei - di centinaia di sopravvissuti all’Olocausto, che guardavano al loro soggiorno nella penisola come l’ultima tappa prima di raggiungere la Terra di Isr

Inaugurazione mostra

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